Castelfidardo


Cittadina collinare, sorta nell’alto Medioevo, Castelfidardo è famosa perché il 18 settembre 1860 fu teatro della famosa battaglia che vide l’esercito papale arrendersi alle truppe piemontesi del generale Cialdini, creando così le premesse dell’annessione delle Marche alla nascente Italia.

La storica battaglia di Castelfidardo è ricordata da un imponente monumento che spicca al centro del Parco delle Rimembranze, appena fuori le mura medievali della città.

Inoltre, la cittadina è conosciuta come la capitale della fisarmonica e in suo onore ospita festival e concerti tutti gli anni.

Nel 1910, in occasione del cinquantenario della battaglia tra esercito pontificio e del Regno di Sardegna, si decise di erigere a Castelfidardo un monumento nazionale per immortalare l’evento. L’opera, commissionata allo scultore Vito Pardo, ricorda i caduti di entrambi gli schieramenti.

Il monumento, sulla cima di una collina, è immerso in un parco di alberi sempreverdi ed è circondato da una cancellata artistica.

L’Ossario-Sacrario dei caduti nella battaglia di Castelfidardo del 18 settembre 1860 è stato eretto ai margini meridionali della Selva di Castelfidardo, dove si svolse la fase più cruenta della battaglia.
Fino al 1912 era il luogo della commemorazione dei caduti, ma con l’inaugurazione del monumento ai Vittoriosi di Castelfidardo del 1912, venne gradualmente abbandonato. Nel 1980 l’Associazione Italia Nostra e il comune di Castelfidardo ripresero le celebrazioni a ricordo della battaglia e dei caduti, e nel 2010, in occasione del 150° anniversario, il comune ha provveduto al suo restauro in collaborazione con la Fondazione Ferretti.

La Selva di Castelfidardo, una superficie di 36 ettari che costituisce un patrimonio naturale unico in tutta Europa!
Il bosco, in località Monte Oro, è il luogo ideale dove soffermarsi ad ammirare come la natura si ridipinge al cambio di ogni stagione.
E’ possibile visitarlo percorrendo sentieri tra cui spicca la “via di mezzo”, via principale per cui passavano carri e carrozze.

 

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